Come funziona un Georadar

Il Georadar utilizza l'energia elettromagnetica per acquisire informazioni sul sottosuolo.

Il Georadar viene spostato lentamente sopra l'area da analizzare, e l'energia elettromagnetica viene trasmessa dall'antenna verso il basso nel terreno.

L'energia viene riflessa dai bordi degli oggetti nel sottosuolo con proprietà elettriche differenti dal terreno. Questa energia si propaga verso la superficie dove viene rilevata dall'antenna. Il Georadar rileva la posizione e la profondità degli oggetti nel sottosuolo e può desumere informazioni sulle caratteristiche elettriche dei target (costante dielettrica e conducibilità). La profondità viene ricavata dal tempo di transito del segnale riflesso. A seconda del tipo di sistema radar e in funzione delle condizioni del terreno il Georadar può penetrare fino a qualche decina di metri e fornisce all'utente una sezione verticale del sottosuolo.

In pratica, attraverso l’antenna, unità trasmittente-ricevente, collegata ad un registratore grafico, viene inviata nel mezzo di indagine una serie continua di impulsi elettromagnetici, in corrispondenza delle superfici di discontinuità una parte dell'energia trasmessa viene riflessa e captata dalla sezione ricevente dell'antenna mentre un'altra parte penetra ulteriormente per essere riflessa da una superficie sottostante.

Contemporaneamente al movimento dell'antenna il registratore grafico produce una sezione continua spazio-tempo nella quale si osservano le tracce delle diverse riflessioni o, comunque, delle anomalie nella risposta.

Profondità di rilevamento con Georadar

La profondità di indagine raggiungibile con le misure Georadar dipende da due condizioni:

- Il tipo di materiale investigato nell’area di ispezione del Georadar

- La frequenza dell’antenna utilizzata. Maggiore è la frequenza maggiore sarà l’assorbimento. Antenne a più bassa frequenza permettono di investigare più in profondità, ma garantiscono meno risoluzione spaziale.